Per il rinnovamento delle istituzioni forensi un invito alla discussione e condivisione
di Mirella Casiello
Stiamo assistendo, sgomenti ed ormai impotenti, ad un progressivo svuotamento e svilimento del diritto di difesa di ogni cittadino, seppur costituzionalmente garantito, e dei principi, che credevamo consolidati, sottesi all’esercizio della nobile professione di Avvocato.
A fronte di tanto, gli Organi dell’Avvocatura, nazionali e locali, non sono riusciti a dare una risposta forte, decisa, unitaria; non hanno assunto posizioni di ferma contrarietà e di contrasto, nemmeno sulla attualissima e importantissima questione della prescrizione, sulla quale non possiamo che condividere il grido di allarme delle Camere penali: ai tavoli (quanti ne abbiamo visti e frequentati!) non ci si siede se sono già stati messi in discussione i diritti dei cittadini. Men che meno quando questi diritti riguardano quello, universale, ad un giusto e rapido processo !
Sono ormai venuti meno i punti di riferimento istituzionali che hanno progressivamente spostato il centro di interesse e di azione verso una difesa di posizioni acquisite da pochi, arroccati a difesa di poltrone e prebende auto determinate, a discapito della tutela della dignità dei diritti fondamentali della Carta e del lavoro dei ben più numerosi e giovani Colleghi.
È necessario ripensare e ripartire da un progetto politico di ampio respiro che intenda reclamare a gran voce il rispetto delle regole e il rinnovamento delle Istituzioni forensi, come voluto dalla Legge professionale che abbiamo chiesto per decenni ed alfine ottenuto, salvo poi discutere sui regolamenti attuativi purtroppo pensati a difesa di questo o quell’altro interesse particolare, tanto da essere puntualmente smantellati dalla Magistratura.
È auspicabile che questa iniziativa trovi terreno fertile, attecchisca e porti frutto partendo dagli Ordini di tutta Italia che presto saranno chiamati a rinnovare i loro componenti.
Non dovrà essere una corsa elettorale legata a singole personalità, seppur autorevoli e qualificate, ma un nuovo modo di pensare collettivo, con l’obiettivo ambizioso di dare finalmente compimento all’intera ratio ispiratrice della Legge professionale e, in particolare, alla volontà di:
- evitare fenomeni di sclerotizzazione, potenzialmente nocivi per un corretto svolgimento delle funzioni di rappresentanza, attraverso il limite posto al numero consecutivo di mandati;
- evitare rendite di posizioni, attraverso il divieto per i Consiglieri di ricevere incarichi dagli Organi giudiziari, durante il corso del mandato consiliare ricevuto;
- assicurare trasparenza alla gestione, oggi anche attraverso il fermo e completo rispetto della normativa in tema di “Amministrazione trasparente” di cui al D.Lgs. 33/2013
In tanti siamo convinti che la Legge professionale contenga una previsione di immediata attuazione: “I consiglieri non possono essere eletti per più di due mandati consecutivi La ricandidatura è possibile quando sia trascorso un numero di anni uguale agli anni nei quali si è svolto il precedente mandato” ed è per questo che ci stiamo attrezzando per impugnare le eventuali elezioni di coloro che disattendono tale previsione.
La Cassazione, del resto, si è già espressa in tal senso in materia di enti pubblici e ultimamente anche in tema di elezioni del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, chiarendo che v’è l’esigenza di assicurare la più ampia partecipazione degli iscritti all’esercizio delle funzioni di governo degli Ordini, favorendone l’avvicendamento agli organi di vertice
Per quel che riguarda i nostri Consigli degli Ordini, ad oggi abbiamo le pronunce del CNF che ha deciso che quella norma “non può che interpretarsi nel senso che la regola della ineleggibilità si applica ai due mandati successivi consecutivi svolti successivamente alla entrata in vigore della L.247/12”, in apparente tutela del principio di applicazione della Legge a partire dalla sua entrata in vigore, ma in realtà a tutela delle posizioni acquisite e da mantenere il più a lungo possibile.
E questo con buona pace delle palesi incompatibilità, visto che una buona parte dei Consiglieri nazionali forensi è “ incastonata” sul ben remunerato seggio romano da più di due mandati e quindi in palese conflitto di interesse, rispetto ad una decisione che li coinvolge personalmente visto che anche “i Consiglieri Nazionali non possono essere eletti consecutivamente più di due volte”.
Non ci fermeremo, tuttavia, al primo “no”, ma porteremo, se necessario, la questione fino alle Sezioni Unite, confortati dall’evidente circostanza che i pareri resi dal CNF – da quando vige la Legge 247/12 – sono stati sistematicamente falciati dalla Magistratura.
Ci organizzeremo per ottenere che la Legge abbia davvero uguale applicazione per tutti e ci impegneremo a mantenere il punto, senza sconti o scorciatoie, a tutela di coloro che, anche a costo di sacrifici, pagano regolarmente l’iscrizione al proprio Ordine, ma assistono alle “chiusure di occhi” elettoralmente strumentali, verso coloro che non adempiono allo stesso obbligo.
Basta dare una veloce lettura ai bilanci dei vari Ordini per rendersi conto del rilevante credito costituito dal mancato pagamento delle quote annuali di iscrizione e “tradurlo” in termini di consenso elettorale per chi da decenni staziona nei Consigli.
Auspichiamo una revisione critica dell’operato delle nostre Istituzioni, nazionali e locali, prendendo atto dei fallimenti e valorizzando i risultati positivi, laddove raggiunti.
I leader locali, le singole personalità, per quanto possano essere competenti e autorevoli, da soli non hanno la forza idonea a incidere nei luoghi delle amministrazioni (locali e nazionali) dove si decidono i nostri destini e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Oggi abbiamo l’ambizione di creare una nuovo movimento di rinnovata energia, un progetto inclusivo e propositivo che non si chiuda nelle stanze dei Consigli e nelle varie commissioni, ma sia interfaccia quotidiana al servizio dei Colleghi.
Vogliamo essere – e saremo – nelle aule, negli uffici UNEP, nelle cancellerie. Vogliamo tornare a essere in condizione paritaria con la Magistratura, liberi nel rapporto con la politica e, soprattutto, col tanto temuto mercato, per non essere fagocitati da esso
L’ impegno mio e di tutti i Colleghi ed Amici che condivideranno questa avventura sarà diretto a perseguire la realizzazione di migliori condizioni di lavoro e crescita per tutti i colleghi, con particolare cura per quelli in difficoltà: nel rispetto delle regole e degli obblighi comuni, nessuno dovrà essere lasciato indietro, ma nessuno deve subire disparità di trattamento.
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