L’Italia si sta consegnando al giustizialismo
“Apriamo dibattito su un tema di cui tanto si parla in questi giorni nell’agenda di Governo, ma che riguarda ciascuno di noi. La riforma della #prescrizione . È giusto tenere una persona imputata a vita sotto processo senza fine? Diamo voce a chi nella nostra città ogni giorno combatte nelle aule di giustizia, partiamo con l’avvocato Mirella Casiello”.
Così Taranto Buonasera in edicola ieri mattina, domenica 16 febbraio, ha annunciato su Fb la pubblicazione dell’articolo a firma dell’avv. Mirella Casiello, di LibrAvvocati. Lo riproponiamo anche qui sul sito del nostro studio: “Lo Stato democratico garantisce la partecipazione del cittadino. Lo Stato di diritto è regolato da norme che rispettano il limite costituito dalla libertà di ogni singolo cittadino. Abolendo la prescrizione si viola la libertà e si attenta allo Stato di diritto. La prescrizione è calcolata sulla gravità del reato, sulla portata dell’allarme sociale di ogni singolo reato. Lo Stato di Diritto ha il dovere di rinunciare alla sua potestà punitiva quando il tempo ragionevole del processo è spirato. In questi tempi di furore punitivo, Travaglio e i suoi estimatori mi ricordano la ragazzina che a Salem, nel Massachusetts, sul finire del XVII secolo, mandò a morte persone innocenti. Pare che Abigail Williams (aveva 11 anni) allucinata da un fungo che attaccava la segale, all’epoca comunemente utilizzata sulle tavole dei contadini, si contorcesse, gridasse di avere visioni del Diavolo. Nelle visioni di Abigail finirono miseramente tre donne, accusate di essere delle streghe. Il resto della storia lo conosciamo… In questo momento storico la narrazione degli avvocati come unici responsabili delle lungaggini processuali altera gli equilibri del processo. Torna insistentemente un concetto che mi auguravo ormai lasciato indietro con la chiusura del periodo di Mani Pulite: i PM possono purificare il mondo ! E gli Avvocati tentano di impedirglielo ! Torna nei discorsi di Davigo & Co. il tentativo di rinnegare 30 anni di processo accusatorio e tornare al vecchio Giudice istruttore, omettendo di informare l’opinione pubblica che il 60% delle prescrizioni matura proprio nelle Procure, quando gli Avvocati non hanno alcuna responsabilità. E a questa narrazione accede, ahimè, il Ministro della Giustizia Bonafede che giunge ad affermare che “non ci sono innocenti in carcere” e che “il processo si conclude con la condanna”. Il Ministro evidentemente ritiene che una persona possa considerarsi innocente solo dopo essere stata assolta. Prima dell’assoluzione, se ha ricevuto un avviso di garanzia, è colpevole. Purtroppo, non si tratta di una scivolata di Bonafede, ma di una impostazione politica giustizialista che è assolutamente incompatibile con la Costituzione e i suoi valori fondanti. Anche la matrigna Europa ci ricorda con la imbarazzante regolarità delle sue condanne che la sentenza deve maturare nell’ambito di un processo giusto (e quindi in tempi certi). Il paradosso è che non solo l’Europa condanna l’Italia, ma lo Stato, in virtù della Legge Pinto, condanna se stesso spendendo ogni anno 150 milioni di euro per indennizzare i cittadini vittime delle lungaggine processuali. La prescrizione dell’azione penale non incide, peraltro, sugli aspetti risarcitori delle vittime del reato; senza dire che anche le vittime del reato hanno diritto di vedere la conclusione in tempi certi, e non aspettare un tempo infinito, dettato solo dall’agenda della magistratura. A mio parere, un cittadino sotto processo per un tempo infinito, o , peggio ancora, il dramma di un innocente in carcerazione preventiva nell’attesa di un processo senza fine, sono il fallimento certificato dello Stato di Diritto, che si consegna al giustizialismo rinnegando la sua Carta fondante”. Mirella Casiello, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, già presidente nazionale dell’Organismo unitario dell’Avvocatura italiana.
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