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Riforma del processo Civile, il solito errore di metodo
(di Mirella Casiello) Il Consiglio dei Ministri ha approvato stanotte il disegno di legge di riforma del processo civile. In attesa di leggere il testo nel dettaglio, non posso che rilevare il solito errore nel metodo: non è il codice a generare la lentezza cronica ma la mancanza di operatori (magistrati e ausiliari) e di strutture adeguate (tribunali fatiscenti, poche aule, pochi hardware e software, talvolta persino la carta per le copie non c’è).
Tantomeno piace questa presentazione in slide: la Giustizia è cosa serissima e non va gestita come slogan elettorali cattura-consenso.
In attesa di leggere il disegno di legge – che tra passaggi parlamentari e regolamenti attuativi potrebbe non vedere la luce, vista la precarietà del Governo – ci risparmino le passerelle trionfali e gli annunci roboanti.
Piccola prima considerazione esemplificativa: attualmente, con citazione, la prima udienza è prevista a 90 giorni dalla notifica. Con questo Ddl a 80 giorni dalla notifica del ricorso e il giudice fisserà udienza entro 4 mesi (quindi prima udienza a 200 giorni!)
Con buona pace dei ricorsi per la ingiusta durata del processo (legge Pinto) che riprenderanno alla grande.
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